Immagino che molti tra coloro che leggono i giornali in questi giorni si chiedono “ma perché i NO TAV hanno bloccato la fiamma olimpica??” oppure “cosa centrano le Olimpiadi con i NO TAV???”
Intanto è opportuno precisare che la fiamma olimpica non è stata bloccata fisicamente o spenta da alcun NO TAV come comunicato dagli organi di stampa. Certo ieri vi era sicuramente un’accesa opposizione in tutta la bassa Val di Susa (sicuramente più marcata di quella in alta valle). Ma mi pare che l’intenzione della stragrande maggioranza dei manifestanti fosse quella di manifestare pacificamente contro il passaggio della fiamma olimpica. Il dubbio che prevale tra i NO TAV oggi è il seguente: quanto la fiamma olimpica sia stata dirottata volontariamente per accreditare l’ipotesi di coloro che sostengono che il movimento vuole a tutti i costi ostacolare i Giochi Olimpici?
A mio avviso è comunque vero che in questi giorni il movimento NO TAV non si è dimostrato così coeso ed efficace come nelle giornate di Venaus dello scorso dicembre.
In particolare, hanno preso forma due correnti abbastanza distinte (anche se esistono elementi di condivisione e di unione tra di esse): una sostiene che il movimento si debba attivamente opporre anche alle Olimpiadi, contrastando l’iniziativa nel loro complesso; l’altra si fa invece portatrice di un messaggio coerente e preciso: SÌ OLIMPIADI, NO TAV. Cioè: passino le Olimpiadi, ma il TAV non passa.
Delle due componenti NO TAV, la prima contesta l’ideologia delle Olimpiadi moderne: sponsor che si dimostrano altrove aziende molto poco etiche (le azioni della Coca-Cola contro i sindacalisti colombiani è soltanto un esempio), opere pubbliche che stravolgono il territorio, gestione del denaro pubblico inappropriata, ecc. In pratica, forti dei successi ottenuti nel ritardare (e forse impedire) la realizzazione dell’attuale progetto Torino-Lione (così come concepito), coloro che hanno aderito a questa prima frangia del movimento oggi desiderano associare al movimento NO TAV sempre più un contenuto politico/ideologico ed allargare lo scopo della protesta ad altre grandi opere ed altre iniziative (Ponte di Messina, Olimpiadi, Mose, ecc…)
Ciò che oggi forse non si legge in modo chiaro e inequivocabile è che esiste un altro fronte del movimento NO TAV che, come ha sempre fatto, intende protestare pacificamente (con bandiere, slogan e canzonette per intenderci) contro la lentezza con la quale il Governo tende a reagire agli stimoli forniti dalle amministrazioni locali e fare notare la propria presenza sul territorio. Il messaggio che si vuole diffondere in questo caso è essenzialmente il seguente “Caro Governo, ci siamo anche noi, siamo qui, all’interno territorio olimpico nel quale viviamo, non siamo scomparsi, stiamo aspettando una risposta in merito alla questione TAV, quando pensi di farci sapere qualcosa? Noi siamo in attesa, non ci siamo dimenticati e neppure stancati…infatti non per nulla gridiamo ‘sarà düra’!”
“Già ma la tregua Olimpica???” e ancora “Che figura ci facciamo con il mondo???” sono le altre domande che qualcuno potrebbe giustamente porre ai manifestanti NO TAV che ieri sono scesi in strada.
La risposta a queste domande è nelle mani e nelle azioni del Governo. Purtroppo è da prima di Natale che i Sindaci della Val di Susa attendono una risposta dal parte del Governo su punti precisi sollevati in seguito alla discussione avuta a Roma. E siccome questo Governo sembra avere qualche difficoltà a capire e/o a considerare le proposte dei valligiani, il movimento a mio avviso ha il compito di sollecitare le risposte del Governo….
C’è da augurarsi che l’opinione pubblica vorrà scusare l’atteggiamento di quei NO TAV che in questi giorni molto probabilmente continueranno a manifestare pacificamente, cercando sempre di motivare la loro protesta.
[Sto scrivendo dal treno e non ho una connessione ad Internet per cui non inserisco i collegamenti alle fonti che meglio circostanziano ciò che ho scritto, ma per chi fosse interessato/a posso procurare tale materiale, la mia email è: lucameyer@tiscali.it]