Luca MEYER's blog

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lunedì, febbraio 20, 2006

Vignette, ragionevolezza e sdrammatizzazione

Il caso delle vignette offensive che stanno causando vittime e tensioni interreligiose mi pare che richieda un minimo sforzo di ragionevolezza per sdrammatizzare la situazione. Leggevo giovedì scorso su Repubblica un'intervista ad un ayatollah discepolo di Khomeini il quale essenzialmente
affermava che l'Islam non è una religione violenta e che è sbagliato
attaccare i centri che rappresentano l'occidente e la religione cattolica nei paesi di fede a prevalenza mussulmana, ma che l'offesa all'Islam è stata tale e tanta che difficilmente qualsiasi governo può controllare il movimento popolare insorto.

Ora, anche se è probabile che le masse siano in qualche modo controllate e pilotate da estremisti che hanno colto l'occasione al volo per scatenare l'ira pubblica contro tutto ciò che è occidentale ed è cattolico, mi pare che nella vicenda sia mancato un attimo di ragionevolezza da parte di chi ha sbagliato per primo. La questione a mio avviso potrebbe essere stata gestita molto meglio se fosse stato additato chi, in prima istanza, ha mancato di rispetto per un credo religioso. Penso che nessuno possa permettersi di offendere i credo e le religioni altrui. Ve lo dice un ateo che quando, preso da un attimo d'ira, bestemmia (aihmé, raramente, ma mi capita) si
sente male innanzitutto con se stesso.

Da dove ci viene il diritto di offendere i credo altrui? Ma chi siamo noi per giudicare un profeta piuttosto che una divinità? Non penso che il diritto di libera espressione e di opinione ci possa permettere di offendere la spiritualità e le profonde credenze altrui.

Ma quanto è grave il fatto accaduto? Cosa significa avere pubblicato delle vignette offensive? Talvolta non è semplice capire quanto grave possa essere l'offesa apportata all'Islam. Un paragone con il cattolicesimo (anche se non proprio corretto, ma il principio è quello) forse ci aiuta a capire. Immaginate cosa sarebbe accaduto se su un giornale di un qualunque paese a prevalenza religiosa mussulmana fossero apparse delle vignette satiriche sul Papa oppure sugli Apostoli. Si sarebbe fatto finta di nulla? Oppure sarebbe apparsa come una netta provocazione nei confronti della religione che accomuna buona parte della cultura occidentale?

Dall'integrazione razziale con i mussulmani ho sempre tratto soltanto beneficio. Ricordo con piacere il mio amico Ahzar, malese di religione mussulmana, con il quale siamo stati in ottimi rapporti di amicizia per alcuni anni (ed ora purtroppo ci siamo persi di vista), ma mi sovvengo anche con rispetto ed ammirazione della famiglia di marocchini con la quale sono venuto in contatto durante la mia permanenza in Belgio dopo avere avuto un incidente stradale con un loro figlio. Subito ho temuto, i miei pregiudizi mi hanno messo in guardia: era notte, stavo attraversando un quartiere di Bruxelles popolato in prevalenza da immigrati, dopo l'incidente (per fortuna senza feriti) sono stato letteralmente circondato da immigrati. Poi però ho guardato negli occhi il padre del ragazzo che mi ha detto "sereno, non ti preoccupare, mio figlio ha torto: ci vediamo domani a casa mia e firmiamo la constatazione amichevole d'incidente". Erano le 4 del mattino ed anch'io ero stanco. Quell'uomo mi ha rassicurato ed ha mantenuto la sua promessa. Certo, in casa loro, il mattino successivo, le donne non potevano mescolarsi agli uomini ed avevano palesemente un ruolo subalterno, ma questa è la loro cultura ed esse vivono serenamente questo loro ruolo. A mio avviso nessuno deve permettersi di giudicare la loro condizione, a meno che non vengano perpetrati dei supprusi alle loro persone (e questo non mi è apparso fosse il caso!). Infine, ricordo con un sorriso la chiaccherata con il ragazzo che conduceva un calesse con cavalli nella Tunisia del dopo 11 settembre (era fine mese di settembre/primi di ottobre del 2001). Un ragazzo semplice, senza alcuna velleità estremista anche se mussulmano praticante. Mi volle offrire anche del pane e del latte che aveva appena acquistato per la sua
colazione, ma sicuramente non aveva alcuna intenzione di offendere me, la mia cultura, o il mio eventuale credo religioso. Questo è l'Islam con il quale sono venuto in contatto: nulla di minaccioso, nulla di sovversivo, ma bensì gente comune con voglia di lavorare e socializzare proprio come noi?

Allora, riusciamo per cortesia a riconoscere le colpe della cultura occidentale quando esse sono così evidenti e, scusandoci vivamente per l'offesa arrecata (condannando quindi pubblicamente gesti infelici come quelli danesi), a sdrammatizzare i toni del conflitto interetnico ed interreligioso che sta prendendo forma? Riusciamo a rispettarci un poco di più reciprocamente?

Pace a tutti, Al salam alayka!
Luca