Luca MEYER's blog

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domenica, febbraio 19, 2006

Alcune riflessioni sul nostro stile di vita...

Sono reduce da un'interessante giornata di confronto nell'ambito dell'iniziativa Il Grande Cortile (www.ilgrandecortile.it) e non posso fare a meno di fare una riflessione, che seppur forse banale a mio avviso è importante: le conseguenze che il nostro stile di vita ha sulla qualità della nostra stessa vita.

Sulla scorta di alcuni spunti raccolti (tra gli altri interessanti temi e confronti) durante il corso della giornata, mi pare di potere schematizzare l'esigenza di costruire le grandi infrastrutture quali la TAV con il seguente ragionamento:

=> le grandi infrastrutture servono per spostare le persone ma soprattutto le merci dai luoghi di produzione a quelli di consumo

=> questa delocalizzazione della produzione è spesso motivata da una necessità di riduzione dei costi di produzione

=> la riduzione dei costi di produzione spesso si accompagna allo sfruttamento della manodopera nei paesi in via di sviluppo

=> quindi, nei prodotti che spesso noi consumiamo vi è non soltanto una componente di sfruttamento del lavoro di altre persone in carne ed ossa come noi, ma vi è pure una componente di inquinamento del nostro ambiente dovuta allo spostamento che la merce deve subire

=> la produzione delocalizzata in luoghi lontani sottrae anche opportunità di lavoro a chi vive in prossimità dei luoghi dove i prodotti vengono consumati

Ora, anche se dal punto di vista della pura efficienza produttiva la specializzazione del lavoro accoppiata ad una logistica di spostamento delle merci da aree di produzione ad aree di consumo ha un suo senso, questa stessa logica ha degli effetti sulla qualità della vita e sull'ambiente non
indifferenti. Tali effetti possono essere tradotti in costi e disagi (ad esempio maggior incidenza di malattie tumorali causate dal più elevato tasso di inquinamento, maggior prelievo fiscale per finanziare la costruzione e la manutenzione delle infrastrutture, ecc...) che la collettività intera paga per ottenere un "maggior benessere" oppure un "maggior sviluppo dell'economia" o ancora per "non perdere il treno del progresso".

Ora mi chiedo: vogliamo veramente questo più grande "benessere"? Ci interessa che l'economia si sviluppi in questa direzione?? Vogliamo a tutti i costi salire sul treno del progresso a tutti i costi??? Molte delle persone che ho incontrato ed asoltato quest'oggi si pongono queste domande o domande simili.

Personalmente penso che ci meritiamo qualcosa di meglio. E qui veniamo alla parte propositiva (visto che quando si mette in discussione un qualcosa sarebbe sempre buona norma proporre delle alternative). I miei nonni, i bisnonni e le generazioni che li hanno preceduti hanno vissuto consumando quasi soltanto ciò che producevano. Ai loro tempi le merci non viaggiavano tanto quanto viaggiano oggi. Ciò che acquistavano non proveniva necessariamente dagli angoli più sperduti del pianeta. Una prima proposta è quindi quella di consumare una più grande proporzione di beni prodotti in loco. E ciò non significa tornare nel passato, fare dei passi indietro, regredire. Tutt'altro: facciamo viaggiare sulla grande rete le competenze, la conoscenza, in modo tale che si possa produrre in loco ciò che oggi è prodotto lontano. Non facciamoci limitare dalla logica delle economie di scala: forniamo competenza e lavoro alle realtà locali, premiando quelle attività che meglio caratterizzano ciascun territorio e penalizzando le pratiche che impoveriscono qualità della vita e dell'ambiente che ci circonda. Ad esempio, io sono un amante del chorizo spagnolo, ma sono sicuro che potrei sopravvivere mangiando salame piccante insaccato da un salumificio locale dietro ricetta spagnola. Se proprio un giorno non potessi
più fare a meno del chorizo....beh, vorrà dire che sarà giunta l'ora di farsi una bella vacanza in Spagna a godermi, oltre che il gustoso salume, tutta la cultura e la bellezza della Spagna!

In conclusione, il messaggio che vorrei trasmettere è: riflettiamo attentamente su come stiamo ci stiamo sviluppando, a chi stiamo affidando tutto e troppo del nostro destino: "Sviluppo Incondizionato" e "Progresso Costi Quel Che Costi" non è detto che siano le strade che vogliamo
percorrere....